venerdì 17 maggio 2013

Le suggestioni di questa nuova esperienza


In questi giorni sto stringendo mani, condividendo sguardi e raccogliendo esperienze.

E così ho dovuto fare i conti con una di quelle che io ho sempre ritenuto una particolarità del mio modo di interpretare il ruolo istituzionale.

Non sono mai stato "l'uomo delle mille strette di mano", ho sempre preferito nel tempo del non lavoro dedicarmi alle abitudini che mi portavo dietro sin da bambino.

Non che facessi grandi cose sia chiaro: il mio tempo libero l'ho sempre speso tra un libro e una chiacchierata con i buoni amici, quelli che sanno sempre darti una chiave di lettura differente su qualunque cosa.
Ho sempre adorato "bisticciare" tra i fornelli con mia madre e poi, una volta diventato nonno, prendermi tutti i sorrisi che i miei nipoti dispensano al nonno che canticchia per loro canzonette di altri tempi.
Eh si, cantare le canzoni della tradizione popolare lavellese accompagnato dai miei figli è praticamente diventata una tradizione di famiglia a cui mai rinuncerei.

Eppure devo dire che in questi giorni ho riscoperto il piacere di stare tra la gente della mia comunità, consumando il mio tempo nelle conversazioni che non avrei mai fatto se non avessi lavorato un pò sul mio carattere a volte troppo riservato.

Questa nuova esperienza, il confronto con la mia Terra dopo anni di impegno politico ad altri livelli, mi ha portato a riscoprire il valore delle piccole cose, mi ha dato il coraggio di scoprirmi di nuovo attraverso la mia gente, mi ha fatto capire che alle volte, anche se è difficile essere riconosciuto come "profeta nella propria patria", una conversazione semplice può svelare l'umanità che risiede in ogni individuo più di ogni libro.
A volte non servono parole, ma solo suggestioni e quelle si trasferiscono attraverso il contatto vero, di pelle, fatto di sorrisi e vecchi ricordi...in una parola condivisione.